
Fiori primaverili del sottobosco: l’elleboro.
Già nei mesi invernali, ai primi tepori, compare il primo e, forse, più caratteristico fiore della Foresta di Pietralunga:
l’ELLEBORO verde Helleborus bocconei, in dialetto Pan del Lupo.
Non si presenta, come la maggior parte degli altri fiori, con un calice di verdi sepali e una corolla di variopinti petali, ma con un semplice perigonio composto da 5 tepali (sepali e petali saldati fra loro) che conferiscono al fiore medesimo un insolito colore verde. E’ una specie erbacea perenne (geofita rizomatosa della famiglia delle Ranuncolaceae), con un fusto sotterraneo che ogni anno emette nuove radici e nuovi germogli; le foglie sono palmate, divise in numerosi segmenti, con un lungo picciolo e il bordo dentellato (ricordano vagamente quelle della Cannabis, simbolo mediatico della marijuana); tendenzialmente tossico, è endemico nei querceti dell’Appennino: unica specie del gruppo Helleborus viridis presente nell’Italia peninsulare.
Lungo l’arco alpino e nell’Europa centrale, è diffuso Helleborus viridis subsp. viridis (che in tedesco si chiama Grüne Nieswurz; in francese Ellébore vert; in inglese Green Hellebore).
Nella Foresta di Pietralunga è saltuariamente presente anche l’ELLEBORO puzzolente Helleborus foetidus, caratterizzato da fiori verde chiaro che presentano sul margine un orlo violetto-purpureo, e da un odore particolarmente sgradevole. E’ una specie perenne legnosa alla base (camefita suffruticosa), con gemme svernanti fuori terra: le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose. E’ comune su tutto il territorio italiano, diffusa nei boschi di querce in ambienti prevalentemente calcarei.